I punti in cui si articola

• Rivolgersi ai bisogni specifici dei paesi meno avanzati, di quelli privi di sbocco al mare e dei piccoli stati insulari in via di sviluppo

• Sviluppare un sistema commerciale e finanziario più aperto, regolamentato, prevedibile e non discriminatorio

• Trattare globalmente i problemi legati al debito dei PVS
• In cooperazione con le aziende farmaceutiche, rendere possibile nei pvs l’accesso ai farmaci essenziali con costi sostenibili

• In cooperazione con il settore privato, rendere disponibili i benefici delle nuove tecnologie, specialmente per quanto riguarda l’informazione e la comunicazione

Lo stato dell’arte al 2005

La Dichiarazione del Millennio dà corpo a una partnership tra i paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo. Rappresenta un accordo in base al quale i paesi in via di sviluppo si impegnano a mantenere un’economia sana per garantire il loro stesso sviluppo e per indirizzare i bisogni umani e sociali.

millenium 31I paesi sviluppati, a loro volta, convengono di fare da supporto ai paesi più poveri con aiuti, commerci e riduzioni del debito. Il Millennium Goal 8 indica i modi in cui i paesi sviluppati possono assistere quelli in via di sviluppo nello sforzo di raggiungere gli altri sette obiettivi. Ciò richiede un’assistenza allo sviluppo più ufficiale; misure per garantire la sostenibilità del debito a lungo termine; un sistema commerciale e finanziario multilaterale aperto, equo, basato su regole, affidabile e non discriminatorio; e misure per affrontare le particolari necessità degli stati meno sviluppati, delle enclaves e delle piccole isole-stato in via di sviluppo.

La comunità internazionale, attraverso i grandi paesi donatori in particolare, ha rafforzato il suo sostegno ai paesi in via di sviluppo. C’è stata una decisa inversione nella tendenza negativa dell’assistenza ufficiale allo sviluppo (Official Development Assistance, Oda) e molti paesi donatori si sono impegnati ad aumentare l’Oda nei prossimi anni. Il risultato è che l’Oda rappresentava nel 2003 lo 0.25 per cento delle entrate nazionali lorde dei paesi donatori, in aumento dallo 0.23 per cento del 2002. Il contributo totale dell’ODA da parte della comunità di donatori nel 2003 era ancora sotto lo 0.33 per cento raggiunto nel 1990 ed è molto lontano da quello che universalmente si ritiene necessario per raggiungere i Millennium Developmet Goals. Qualche progresso è stato fatto nell’attuare l’iniziativa di alleggerire il debito per i paesi poveri pesantemente indebitati (Heavily Indebted Poor Countries, HIPC). Nel giugno 2005 i paesi più sviluppati si accordarono per cancellare completamente il debito di 40 miliardi di dollari che 18 paesi avevano con la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca di Sviluppo Africana.

millenium 37Mentre gli aiuti sono cruciali per i paesi più poveri, i paesi a medio reddito traggono maggior vantaggio dal commercio, che rappresenta la prima fonte di entrate straniere. La mancanza di disponibilità dei principali paesi sviluppati a fare concessioni sostanziose ha rallentato gli accordi di Doha, anche se nel luglio 2004 si presentò una buona occasione per modificare la struttura del negoziato. In aggiunta una serie di decisioni prese nel 2004 dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC/WTO, World Trade Organization) stabilì che certi sussidi dei paesi sviluppati influivano negativamente sui paesi in via di sviluppo e dovevano essere eliminati. In conclusione, resta uno spazio considerevole per accrescere e migliorare l’assistenza allo sviluppo, per abbracciare in modo più vasto e profondo l’alleggerimento del debito e portare a termine un percorso commerciale orientato allo sviluppo.

Una partnership efficace tra paesi ricchi e paesi poveri deve affrontare il problema dell’accesso dei paesi in via di sviluppo alla tecnologia, ai farmaci e all’occupazione per la popolazione che cresce. Non sarà possibile dimezzare la povertà nel mondo entro il 2015 senza una crescita sostenibile in un mercato del lavoro dignitoso e produttivo. La capacità di assorbire una nuova forza lavoro di circa 514 milioni di persone, che entreranno nel mercato del lavoro mondiale tra il 2003 e il 2015, dipende dagli sforzi di chi traccia le linee guida, nel dare priorità a politiche di occupazione e nell’ integrarle in toto nelle politiche macroeconomiche. Chi traccia le linee guida deve dedicare un’attenzione specifica a creare opportunità di lavoro decoroso e produttivo per i giovani che, nelle regioni in via di sviluppo, hanno oltre tre volte più probabilità di trovarsi disoccupati dei lavoratori più anziani.